Luce Mediterranea

Luce Mediterranea

Il lavoro artistico di Cinthia Pinotti è una continua ESPLORAZIONE delle possibilità che esistono di sviluppare nel rapporto tra MENTE e SEGNO una misteriosa capacità di generare bellezza e armonia. Direi che la sua ricerca ha come radice lontana Jackson Pollock. L’arte di Pollock era gestuale, il segno liquido, indiretto, casuale. Cinthia lavora con la massima libertà compositiva e cromatica , ma alla base emerge una forte struttura pittorica che si sgrana guardando la sua opera nell’insieme. Analizzando nel particolare invece la superfice pittorica di molti suoi dipinti sembra formata da “cellule cromatiche” che si aggregano secondo una regola nascosta che è in grado di esprimere al massimo la potenza espressiva della luce e del colore che la luce sostanzia. Ci troviamo di fronte ad una “scrittura pittorica” che è insieme tessuto narrativo e immagine. Una scrittura antica indecifrabile i cui caratteri sono grumi di colore scanditi nel tempo e nello spazio bidimensionale della tela. La capacità combinatoria dei segni ha in se un principio di indeterminazione che sperimentando le possibilità infinite delle combinazioni apre a spazi finiti ma illimitati. L’assenza di un limes se non quello della tela evoca infiniti e infinitesimi che aspirano alla conquista di dimensioni ulteriori. La narrazione pittorica non è mai lineare e la forma non è mai definita.

Non siamo però di fronte a pittura astratta o informale ma ad un processo in continuo sviluppo che elude il tempo esorcizzando il suo inesorabile divenire. La luce-colore viene prima frantumata dall’artista come in una ricerca alchemica delle sue componenti fondamentali e poi ricomposta dai segni-cellule emersi dalla frantumazione che alla fine de-finiscono nel loro dispiegarsi sul piano della tela l’opera e il suo significato formale e narrativo. La Fisica moderna ci insegna che la luce ha un doppio aspetto corpuscolare e ondulatorio , curiosamente ritroviamo nelle opere di Cinthia i due aspetti a livello macroscopico, il corpuscolare ,nei segni che de-scrivono la superfice pittorica , l’ondulatorio ,nella radicale non linearità delle sue composizioni. Forse proprio in questo sta la forza espressiva del suo lavoro. Ricordo che la LUCE elude il tempo in quanto ,secondo la teoria della relatività ,alla velocità della luce il tempo si ferma e entra nell’eternità.


Franco Luccichenti – Dal commento sulla mostra Luce Mediterranea